Articolo 8 - Il Lago di Pilato
Il Lago di Pilato, il cui nome vero è Lago di Norcia o Lago della Sibilla, è situato a 1941 m. slm., in una conca modellata dal ghiaccio di forma e dimensione variabili a seconda della quantità d' acqua dovuta alle precipitazioni ed al disgelo. Quando vi è abbondanza d'acqua, il lago ha una forma ad occhiale, con una strozzatura creata dal detrito di falda. Con la diminuzione dell'acqua il detrito di falda emerge e il lago si divide in due laghetti di forma circolare. La profondità massima è di 9 metri. L'intera area del Lago ha un valore naturalistico inimmaginabile, molte sono le varietà di vegetazione d'alta quota che qui crescono, sopratutto nei ghiaioni. Nel suo bacino si possono ammirare il Camedrio Alpino, la Genziana delle nevi, la Stella Alpina dell'Appennino, la Silene Alpina, il Salice Erbaceo, il Papavero Giallo dell'Appennino. Non difficile è incontrare nell'area volatili come il Fringuello Alpino e il Gheppio. Le Acque del Lago custodiscono il più importante dei suoi tesori, l'endemico crostaceo, il Chirocephalus Marchesonii.
Chirocefalo Stella alpina dell'Appennino
Il Chirocefalo Marchesoni è un piccolo crostaceo rosso corallo che vive solo in queste acque, non è presente in nessuna altra parte del Mondo. Curioso è il suo metodo di nuotare con il ventre rivolto in alto. Raggiunge una lunghezza massima compresa tra 9 e 12 mm. Depone le uova lungo le sponde del Lago, queste si schiudono solo quando le condizioni ambientali sono favorevoli, solitamente in primavera o estate, colorando l’acqua di rosso.
In questo luogo, nell’isoletta che si forma quando l’acqua scarseggia, è stata ritrovata una lastra di pietra che presenta delle scritte misteriose ora conservata nel Museo della Sibilla a Montemonaco.
Il grande astronomo Cecco d’Ascoli, ingiustamente accusato di essere uno stregone, ha frequentato questa località e con i sassi della riva del lago disegnava le orbite dei pianeti e non i cerchi per consacrare il libro del comando o per fare accordi con il demonio come sostiene chi vuole demonizzarlo.
La leggenda vuole che Pilato, governatore della Palestina, presunto colpevole della crocifissione di Gesù, condannato a morte dall'imperatore Vespasiano, fu posto su un carro trainato da due bufali e lasciato in balia della sorte. I bufali in una folle corsa da Roma giunsero fino ai Monti Sibillini e si tuffarono nelle acque lago con il corpo di Pilato. Oltre le credenze popolari, sempre manipolate dai superiori dominanti, molte testimonianze scritte hanno nel tempo contribuito a creare l'alone di mistero di cui è pregno tutt'oggi il Lago (demoni, libro del comando, infinite ricchezze, tempeste, acque rosse, sacrifici umani, streghe, ecc.).
La verità è un’altra e l’ha già manifesta alla grande Goethe nel Faust:
"Grandi sono le forze della Montagna, là la natura libera agisce con strapotenza; la stupidità dei preti condanna ciò come una stregoneria".
Questo Lago della Sibilla, da sempre frequentato dalle Fate, è un luogo incantevole dove “la natura libera agisce con strapotenza” e merita senz’altro di essere visitato. Ma non tutti devono farlo, possono andare lassù solo coloro che rispettano queste regole sibilline:
1) non scendere lungo i ghiaioni; 2) riportare i rifiuti a valle; 3) non lanciare pietre nel lago; 4) non avvicinarsi alle sponde; 5) non abbandonare i sentieri esistenti; 6) non raccogliere fiori; 7) non urlare o provocare rumori se non per motivi di assistenza o pericolo
Per raggiungere il lago necessitano circa tre ore di cammino e, più o meno, altrettante per ritornare. Si può partire da Foce di Montemonaco, percorso consigliato, oppure da Forca di Presta.
Ricordarsi sempre che con la montagna non si scherza.


