ITINERARIO CELTICO SIBILLINO - 1 - Amandola
Sui Monti Sibillini, prima e dopo l’anno 824, è esistita una comunità celtica, precisamente quella del “Popolo delle Fate” che aveva come divinità il Dio con le Corna e le cui ancelle della Regina suonavano l’Arpa; questa comunità è descritta, anche se in manieta irriverente, nell’opera letteraria “Il Guerrin Meschino” di Andrea da Barberino. Ripensando ai Druidi che raccoglievano il vischio sulle querce sacre, ad Obelix che cadde dentro al Calderone della pozione miracolosa e ad Asterix che con le sue avventure ha fatto conoscere questo mondo sconosciuto ...... è giunta l’ora di partire alla scoperta di questa affascinante realtà che, tra l’altro, è parte della storia sibillina.
L'Itinerario celtico sibillino può iniziare da Amandola ma anche da qualsiasi altro paese. Il percorso non cambia e più o meno corrisponde al grande anello del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Durante il giro è consigliabile contattare le persone anziane per ascoltare dalla loro viva voce (magari in dialetto) le storie delle Fate (donne celtiche vere, senza alette e senza piedi di capra), le loro feste danzanti, la loro libertà sessuale e la loro passione amorosa per i giovanotti sibillini. Sicuramente la gente sibillina reciterà questo detto popolare:
“BELLE COME LE FATE .... MA CON LE ZAMPE COME LE CAPRE”
(Le zampe delle capre sono una falsità e simboleggiano
solamente la demonizzazione del Dio caprino)
Amandola ogni anno celebra la Festa della Birra, festa celtica per eccellenza, e quindi anche per questo merita di avere la partenza dell'Itinerario Celtico Sibillino.
Questa città per il momento ha due presenze celtiche, tutte e due molto importanti:
- La chiesa della Madonna della Quercia della frazione Coriconi;
- Il foro sacro delle chiesa di San Ruffino.
Le chiese dedicate alla Madonna della Quercia si trovano sempre in quelle zone, dove in passato, sono vissuti o hanno transitato i Celti. In pratica hanno preso il posto delle querce sacre dei Druidi.
La chiesa della frazione Coriconi, ora trasformata in ripostiglio, non ha più arredi interni ma per fortuna ha conservato un interessantissimo bassorilievo sulla parete posteriore esterna.
Croce templare dentro la casa S. Maria della Quercia
1611: questa data è veramente strana e la dovrebbero spiegare gli esperti.
I simboli, invece, sono chiari:
Da "II libro dei segni sulle pietre" di Anna Giacomini Edizioni Arktos - Carmagnola - 2001
Croce forcuta: croce usata dall'ordine del Tempio.E' costituita da quattro simboli dell'Ariete che convergono sullo stesso centro. Allude quindi agli inizi, al ritorno della luce, all'energia del risveglio iniziatico.
Da "II libro dei segni sulle pietre" di Anna Giacomini Edizioni Arktos - Carmagnola - 2001
Casa: può rappresentare un ordine, un gruppo, simboleggiato dalla sagoma della casa che contenendo il segno della croce denuncia il suo contenuto di iniziati. Il segno è stato rilevato su una Gommandone templare e forse indicava che all'interno di quell'insediamento operava un'élite segreta rappresentata appunto dalla casa.
La scritta "Villa Coriconi - S. Maria della Quercia" è stata posizionata come nell'immagine grazie all'interessamento dell'Associazione Culturale "La Cerqua Sacra". Poteva essere sistemata meglio ma il marmista amandolese, quello del famoso cartello "sto al cimitero .... vivo", ha deciso così.
Il foro sacro si trova nella chiesa di San Ruffino, sulla strada per Servigliano, poco distante da Villa Coriconi, e ancora adesso cura l'ernia. Basta attraversarlo.
Nella cripta di questa chiesa ci sono i resti del La sacralità del foro è stata profanata con
tempio pagano dedicato alla celtica Dea Bona l'applicazione del pannello marmoreo
avente la scritta "Sanctus Ruffinus".
Per saperne di più cliccare
Nel centro abitato di Amandola, precisamente sulla Piazza Alta, si sono altre due cose importanti che, anche se non sono celtiche, meritano di essere menzionate:
- l'epigrafe del Manardi;
L'epigrafe relativa a Morgante Manardi, posta sulla parete frontale della chiesa dell'orologio, è vergognosa e ingiusta.
Morgante era un eroe perché lottava contro i soprusi del clero. L'epigrafe lo attesta.
La tradizione popolare amandolese ancora adesso tramanda dei benevoli ricordi di questo straordinario personaggio.
In particolare vengono ricordate le splendide feste da ballo ed anche i lauti pranzi che venivano organizzati in occasione del ritorno in Amandola del Morgante e del suo gruppo di combattenti.
Il Morgante era sempre in giro a battagliare ma quando ritornava vittorioso in Amandola era festa grande.
"REBELLE DI SANTA CHIESA" ...... GRANDIOSO!!
Bandito? A quell'epoca i banditi erano altri.
Il Mandorlo è l'albero che ha dato il nome ad Amandola e che sta tuttora nello stemma comunale:
Stemma di Piazza Alta Stemma antico Stemma attuale
In passato il mandorlo è stato sempre l'albero più rappresentativo di Piazza Alta. Nel 2005, dato che non era più presente, l'Associazione Culturale "La Cerqua Sacra" ha provveduto a ripiantarlo.
Ora sta crescendo e ........ ha incominciato anche a fare "li mannulitti".
2005 2014: AUGURI MANDORLO!!
AMANDOLA E' UN PAESE SPLENDIDO CHE MERITA DI ESSERE VISITATO
Per saperne di più cliccare
DA SAPERE:
Nella chiesa di San Ruffino, sul retro del torrione, c'è lo stemma antico di Amandola.
Dentro ad uno scudo si può osservare il mandorlo sopra i tre colli e sotto di esso il fiume Tenna.
La parte destra della pietra è deteriorata e non è più possibile vedere il suo contenuto.