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Articolo 91:  Piloti e costruttori maceratesi

MACERATESI: Piloti e costruttori.

   Una volta l’uomo andava a piedi e poteva raggiungere solo località vicine. Poi addomesticò il cavallo e inventò la bicicletta e i suoi orizzonti si allargarono. Ma ciò che rivoluzionò la mobilità umana fu l’invenzione del motore a scoppio grazie all’ingegno di Barsanti e Matteucci.

   I costruttori e i riparatori di biciclette dell’epoca si resero subito conto che il futuro sarebbe stato influenzato da questo strano aggeggio rumoroso che faceva girare le ruote.

   Pensando ai lauti guadagni si misero subito a costruire le biciclette a motore. Dopo prove e riprove  montarono il motore davanti, dietro e anche in mezzo, sperimentarono la messa in moto, la frizione  ed anche  il cambio delle marce. Dalla genialità dei costruttori italiani, soprattutto bolognesi (G.D, Dall’Oglio, ABRA, M.M., Augusta, Aquila, CM, Diana, De Togni, M.B.R., R.A., Saturnia e Villani) nacque la motocicletta.

   Anche il Maceratese ebbe i suoi costruttori e i suoli piloti. I più famosi sono certamente i Moretti (Primo ed il figlio Giovanni)  di Macerata e  Conti, De Stefani, Merlonghi ed altri di Tolentino.

   Moretti Primo inizia la sua attività agonistica nel 1920 con la Frera e vince numerose corse con la casa di Tradate alla quale rimane fedele fino alla fine del 1924. Nel 1925 incomincia a correre con la Moto Guzzi e gareggerà con questa motocicletta fino ad età avanzata. Nella sua carriera ha partecipato a 10 raid Nord/Sud, a 4 giri d’Italia, e a 4 circuiti del Lario. In numerose competizioni ha diviso le vittorie con piloti del calibro di Nuvolari (era un suo amico), Varzi, Bandini, Ruggeri, Bordino ed altri famosi per quell’epoca.

   Fu anche costruttore di moto ed un suo modello da ricordare è la Moretti 175.

   Moretti Giovanni, figlio di Primo, incominciò a correre, sempre con la Guzzi, nel dopoguerra. Si distinse subito in molte gare della seconda categoria per poi passare alla massima categoria. I suoi avversari furono Omobono, Tenni, Balzarotti, Pagani, Bertacchini ed Artesiani. Le vittorie arrivarono a Bergamo e a Monza nel 1948 con la Guzzi 500 Dondolino. I giornalisti dell’epoca lo ribattezzarono “Joannì, l’omino di Monza”.

   A Tolentino  la fabbrica De Stefani e Conti fu fondata nel 1923,  costruì motociclette con il marchio “D&C”  fino al 1926, anno in cui Conti rilevò la quota del socio.

Dopo il 1926 e fino al 1932 Conti, il cui nome era Vittorio,  continuò a  costruire motociclette con nuovi modelli. Con le sue realizzazioni fu anche un valido corridore e vinse diverse gare. Le moto costruite a Tolentino  le collaudava personalmente nei circuiti di Chienti-Potenza e Tolentino-Colle Paterno.

   Un altro costruttore di Tolentino fu Merlonghi. Di lui si hanno poche notizie ma restano i modelli delle moto che portano il suo nome. In particolare la 132.

 

 

 

 

 

 

   Nella zona  di costruttori ce ne furono anche altri. Tolentino,  per quanto riguarda le motociclette, può essere chiamata la piccola Bologna.  Alcuni costruirono moto senza lasciare ai posteri  i loro nominativi.

   Ci sono in circolazione diverse pubblicazioni sulle moto bolognesi, quello che manca è un libro sulle moto maceratesi. Si spera che qualcuno lo faccia.

Conti -Motoleggera 125 Baby

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