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Articolo 90:   La grotta delle Fate e della Sibilla

LA GROTTA DELLE FATE E DELLA SIBILLA: Aperta o chiusa?

 

   Sul monte Sibilla c’è una grotta conosciuta in tutta Europa con il nome di “Grotta della Sibilla” ma in verità il suo vero nome è “Grotta delle Fate e della Sibilla”.

   La grotta è famosa perché sede della profetessa Sibilla, conosciuta anche come Sibilla di Norcia, Sibilla Picena o Sibilla Appenninica, e luogo di destinazione dei viaggi di molti nobili cavalieri europei, tra i quali i più famosi sono il Guerrin Meschino e  Antoine de La Sale.

   La grotta, sottoposta in passato a svariate ispezioni, ora è in stato di abbandono ed il suo ingresso è crollato, anche grazie alla dinamite fatta brillare in loco dagli ultimi sciagurati esploratori.

   Ora molti la vorrebbero riaprire e per tale scopo qualche anno fa si costituì a Montemonaco un apposito comitato oltre alla nota associazione “Progetto Elissa”. Anche il Sindaco del Comune montano è favorevole. Altri invece la vorrebbero chiusa e fra questi  il clero locale e l’ex-presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

   Meglio il mistero o meglio la verità?

   Shakespeare avrebbe  detto: ” Open or closed, this is the problem”.

   Una cosa è certa: la verità deve prevalere. Bisogna fare scavi archeologici seri finalizzati al rinvenimento di reperti che possano contribuire alla riscrittura della storia sibillina. La verità, però, a molti fa paura: chissà perché?

   Lippi Boncampi forse è stato l’unico esploratore serio capace di descrivere con precisione la grotta. Nei suoi disegni risalenti al 1946 si nota, dopo l’ingresso, un cunicolo che raggiunge uno stanzone (quello con i famosi gradini), da qui si possono raggiungere altre stanzette ed altri cunicoli.

   Qualcuno attualmente afferma che quanto descritto da Lippi Boncampi è tutto crollato e quindi sarebbe inutile ricominciare le esplorazioni. Ciò non è vero perché gli scavi archeologici si possono, anzi si debbono,  fare anche nelle zone crollate. Tra le macerie possono venire alla luce cose interessanti, reperti, scritte antiche ed altro.

 

   Il problema quindi sarebbe un altro e cioè quello di ricostruire cunicoli e stanze, ma questo con i sistemi costruttivi attuali si può fare nel pieno rispetto dell’ambiente.

   Quindi bisogna ripartire quanto prima con la ripulitura della grotta anche per verificare se i crolli pubblicizzati sono veri. Poi, valutando bene la situazione, si potrebbero  rinforzare i cunicoli e le stanze e, se proprio necessario, provvedere alla loro ricostruzione, tenendo ben presente le descrizioni fatte dai vari esploratori.

   Facendo ciò finisce il mistero? No di certo, si potrebbe mettere in un cunicolo, dopo lo stanzone, un cancello semi-chiuso con scritto: “Per il Paradiso della Regina Sibilla sempre dritti” e il misterioso diventerebbe  ancora più intensamente.

   Se si facessero questi lavori aumenterebbe di molto il turismo culturale perché, bisogna ammetterlo, la Sibilla è più conosciuta all’Estero che in Italia.

   Poi c’è la questione delle Fate sibilline celtiche ed anche queste attirerebbero molti visitatori provenienti dalle zone galliche (da diversi anni già assidui frequentatori di queste zone).

   Per ottimizzare il tutto poi ci vorrebbe una funivia, con fermata al Rifugio Sibilla ed alla grotta, e magari un bellissimo chalet dove mangiare e prendere il sole.

   Si può fare. Si può fare, e una volta fatto il futuro sibillino sarà roseo.

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