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Articolo 87:   L’albero del Piccioni

   ASCOLI PICENO: L’albero del Piccioni.

   Sulla via Salaria, a cinque chilometri dal centro abitato di Ascoli Piceno, c’è un platano secolare che nel dialetto locale viene chiamato “l’albere de Picciò”, l’albero del Piccioni.

   L’albero si eleva verso il cielo con imponenti dimensioni ed ha il tronco internamente cavo.                         La circonferenza del suo fusto è di 8,7 m (Primato Regionale delle Marche) ed è alto 24 m, arricchito da un'incantevole chioma.

   La denominazione è dovuta alla tradizione che perpetua la storia del brigante Piccioni, il famoso personaggio ascolano  che fu veramente un fuorilegge perché combatté, anche se gloriosamente, dalla parte sbagliata.

   Giovanni Piccioni, questo il suo vero nome, durante il periodo dell'Annessione al Regno d'Italia, nella seconda metà dell'Ottocento, fu comandante degli Ausiliari Pontifici riorganizzando, insieme ai figli ed altri uomini a lui fedeli, il fenomeno del Brigantaggio Antiunitario. Secondo la leggenda egli avrebbe utilizzato il tronco vuoto del grande albero come nascondiglio per tendere imboscate ai viandanti.

    Questo personaggio, oggi giustamente  ricordato come brigante, visto da un’altra prospettiva, fu invece una persona rispettabile e addirittura ricoprì la carica di priore a Rocca di Montecalvo sotto lo Stato Pontificio. A  lui però furono rivolte imputazioni per attentato alla sicurezza dello Stato a causa della rivolta antiunitaria che capeggiava.

   L'unico riferimento storico documentato che collega il Piccioni a questo platano è un un combattimento del 1849 tra i fedeli del brigante e i soldati repubblicani del Capitano Colucci.

   I Piemontesi inviarono truppe comandate dal generale Pinelli per sconfiggere coloro che combattevano a favore dello Stato Pontificio. Dopo un paio d'anni di scontri, l'Ufficiale ebbe la meglio sui briganti che, per la maggior parte, furono uccisi.

   Giovanni Piccioni si mosse a difensore del Papato fino al 1863, anno del suo arresto. Fu tradito dai suoi compagni e catturato presso la stazione ferroviaria di San Benedetto del Tronto mentre tentava di salire su un treno diretto a Roma. Fu processato e condannato a vita ai lavori forzati, morì nel carcere di Forte Malatesta di Ascoli Piceno.

   L'Albero del Piccioni, come detto è un platano (Platanus orientalis L.) che fa parte dell'elenco degli Alberi Monumentali Italiani redatto dal Corpo Forestale dello Stato.

   Questo platano risalirebbe all'anno 1000 perché  in un documento, del marzo 1109, si legge che Ranieri del fu Ferrone vendeva alla sorella Benedetta delle terre "super infra civitate asculana in locum qui dicitur ipsum platanum" riferendosi al terreno dei nobili Parisani.

   Quindi questo albero, che ha oltre mille anni di età, è un vero e proprio monumento, per di più vivente, quindi merita il massimo rispetto e la massima considerazione anche se ricorda un brigante-priore che si oppose con tutte le sue forze all’Unità d’Italia.

   Se l’attuale Papa venisse a conoscenza di questa storia sicuramente farebbe un nuovo santo: San Piccio’.

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