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Articolo 77:    Orologi

   OROLOGI: Che passione!

   Gli orologi sono oggetti belli e affascinanti e tutti ne hanno una collezione. Ci sono quelli lasciati dai nonni, quelli dei genitori e quelli acquistati personalmente o ricevuti in regalo.

   Le collezioni sono di vario genere e gli orologi possono essere suddivisi ed eventualmente scelti per tipo (da polso, da taschino, da collare, da portachiavi, ecc.), per materiale (d’acciaio, d’argento, d’oro, di plastica, ecc.), per funzionamento (manuali, automatici, a pile, ad energia solare, ecc.), per provenienza (svizzeri, tedeschi, francesi,  italiani, russi ed ora anche giapponesi, koreani, cinesi e indiani) e, purtroppo, anche per valore (entro i 100 €, entro i 1.000 €, entro i 10.000 € e, per i più fortunati, entro ed oltre i 100.000 €).

   C’è poi la grande distinzione tra analogici e digitali, ma quando si parla di collezione seria si intende sempre raccolta di orologi meccanici. Quelli digitali non attraggono i collezionisti.

   Gli orologi sono tutti interessanti ma quelli che hanno un fascino particolare sono gli orologi russi, non quelli di adesso ma quelli concepiti quando c’era la Grande Russia, un’epoca in cui era importante la qualità.

   La qualità a quell’epoca, anni 70’ e seguenti, doveva essere ufficialmente certificata e solo gli oggetti che superavano i controlli potevano utilizzare il sigillo GOST, il famoso marchio che contraddistingueva  i prodotti industriali di alta qualità (tutti i prodotti, non solo gli orologi). 

   Il sigillo GOST rappresenta una stella a cinque punte stilizzata, simbolo dell'Unione Sovietica, con una lettera "K" ruotata di 90° all'interno, dall'iniziale della parola Kachestvo (Qualità).

   Gli orologi russi arrivarono in Italia in grande quantità intorno agli anni ’80 quando la perestrojka permise ai polacchi di incrementare i loro commerci. In quegli anni era facile incontrare per strada le bancarelle di “roba russa” (macchine fotografiche, binocoli, obiettivi e telescopi, orologi, monete, ecc.), attualmente ce n’è una che ogni tanto espone a Sarnano.

   Molte persone hanno in casa un orologio russo, i più competenti e fortunati hanno un “Poljot”, nome che in russo significa “volo”. La Poljot, la più grande fabbrica di orologi russi, fu fondata nel 1930 con il nome “Prima fabbrica di Mosca”  per la produzione di strumenti per l’industria aerospaziale e per l’aviazione militare. Yuri Gagarin nel 1961 mentre portava a termine la prima missione nello spazio aveva in dotazione un orologio Poljot “Sturmanskie” (comandante).

   Negli anni ’80 e ’90 molti altri orologi russi arrivarono in Italia:

  • Il “Vostok” (Est in russo), in cirillico “Boctok”, classico orologio dell’Armata Rossa, fu importato anche ufficialmente in Italia;

  • Il “Raketa”(Razzo in russo) , importato in Italia con il nome “Paketa” ( la “P” in realtà era una “R” cirillica);

  • Lo “Slava”, classico orologio russo non militare, mai importato ufficialmente in Italia, viene ancora oggi regolarmente prodotto in quella che è chiamata “Seconda fabbrica di Mosca”. Caratteristica di questo orologio è la doppia molla di carica;

  • Il “Chaika” (in russo gabbiano), nome in codice della prima donna astronauta (Valentina Tereshkova).

   Ci sono anche orologi russi meno conosciuti, il “Pobeda”, il “Luch”,  lo “Zlatoust  (con la particolarità della corona: 56 mm di diametro)  ed altri.

Una collezione a parte si potrebbe fare con  gli orologi russi da taschino.

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