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Articolo 73:    Piceni e Celti a Fabriano

   La cultura dominante ha sempre affermato che i Celti nella discesa in Italia si sono fermati a Senigallia. Questo è un falso ormai conosciuto da tutti coloro che si interessano all’argomento.

   Se ne sono accorti anche a Fabriano ed hanno provveduto subito ad allestire una mostra con i numerosi reperti archeologici scoperti in zona.

 

 

 

 

   La mostra, denominata proprio “PICENI E CELTI”, lungo le rive del Giano, è visitabile presso la Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli” (centro storico) e resterà aperta fino al 20 aprile 2012.

   Gli esperti dell’Archeoclub locale hanno distinto Celti e Piceni ma c’è da dire che  i Piceni erano celtici anche loro dato che questo popolo nacque seguendo il picchio di una Primavera Sacra celtica.

   Fabriano è sicuramente un paese celtico (i reperti archeologici lo dimostrano) ed ha un fiume che si chiama Giano. Ciò dimostra che c’era un Giano celtico, lo stesso che ha dato il nome a Troviggiano (Druido Giano) di Cingoli. C’è anche un fiumiciattolo fabrianese che si chiama “Bono” ed anche questo sicuramente fa riferimento alla Dea Bona, la stessa di Rambona ed Amandola.

   L’esposizione presenta, per la prima volta in assoluto, una selezione di reperti, perlopiù inediti e mai esposti prima, dello straordinario patrimonio di preziose testimonianze archeologiche scoperte nel territorio di Fabriano a partire dagli inizi del secolo scorso.

   La mostra, vista la notevole importanza archeologica del comprensorio fabrianese, costituirà il primo passo per la nascita del futuro Museo Civico Archeologico della città che verrebbe ad assolvere ad un’importante funzione educativa quale incentivo alla conoscenza della più antica storia del territorio che secondo quanto attestano i reperti è celtica e picena.

   Da un manifesto esposto a Fabriano risulta che i Comuni dove è attestata la presenza dei Galli Senoni sono quelli che vanno dalle Marche settentrionali fino a Fiastra e San Ginesio mentre i Comuni dove è attestata la presenza dei Piceni vanno da Ancona fino ai confini dell’Abruzzo. Se si considera che anche i Piceni erano celtici risulta che tutte le Marche, in epoche lontane, furono occupate dalle tribù galliche.

   

 

 

 

La mostra di Fabriano, oltre che per tutto quello che è altamente culturale, è apprezzabile anche per delle particolarità veramente curiose:

  • C’è una punta di lancia che nell’attacco ha una serie di “x” che probabilmente indicano i guerrieri uccisi;

  • C’è una raccolta di spiedi, una decina, tutti accuratamente sistemati, che fanno pensare ai grandiosi banchetti celtici. Oramai è assodato che il numero degli spiedi attestava la nobiltà delle famiglie.

   Fabriano con questa iniziativa dimostra che i Celti in queste zone ci sono stati, ora spetta ad altri Comuni, magari posti più a sud, fare progetti analoghi.

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