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   A volte è più importante e corretta la tradizione popolare che la cultura ufficiale. A volte vicende tramandate da popolo non risultano nella cultura dominante. Una di queste è sicuramente lo Zann, la maschera caratteristica di due frazioni di Acquasanta Terme (Pozza e Umito). Bisogna quindi ricostruire la “storia dal basso”  e considerare quello il  punto di partenza per una maggiore comprensione della realtà attuale.

   Durante il carnevale locale, che è secondo solo a quello di Fano,  è possibile vedere diversi abitanti della valle  del Garrafo indossare una maschera ricchissima e caratteristica che non ha uguali in tutta l’Italia centrale: lo Zann  (Zuan, versione veneta del nome Gianni).

   Si tratta di un coloratissimo abito di origini longobarde (quindi celtiche) che giunse da queste parti grazie ai maestri scalpellini che nel cinquecento si spostarono dalla Lombardia per operare in altri territori.

   Il mistero di questa tradizione plurisecolare è legato al fatto che lo Zann è stato importato soltanto in queste due piccole frazioni e non c’è traccia di questa maschera in altri luoghi dove sicuramente i maestri longobardi arrivarono per lavorare alla costruzione di edifici civili e religiosi. Probabilmente gli scalpellini si  ritrovarono  a Pozza e Umito in periodo carnevalesco.

   Attualmente gli Zanni acquasantani sono una cinquantina. La maschera si compone di un’armatura molto leggera, costruita in vimini o canne, alta circa un metro e coperta da un lembo di stoffa bianca, alla cui sommità si trovano appese strisce di carta colorata. All’interno  della cuspide di questo semicono si trova un cappello che viene posizionato in testa. Lo Zann è poi completato da una pesante maglia bianca, da più scialli sgargianti, da pantaloni di velluto fino a sopra il ginocchio, da guanti e calze pesanti. Il colore bianco è ravvivato da pon pon colorati cuciti sui guanti, sulle calze e sui pantaloni.

   Lo Zann, che di solito ha il viso coperto,  è sempre circondato da diavoli che impediscono il riconoscimento e puniscono coloro che non festeggiano (durante il carnevale è vietato lavorare).

   Lo Zann è considerata da sempre una maschera ricca ed importante e quindi anche costosa: la mamma di Arlecchino che non poteva permettersela fece per il suo figlioletto un vestito, poi divenuto tanto famoso,  con i ritagli colorati delle stoffe.

   Anche Montefortino ha la sua maschera caratteristica, “Lu Zaravajjiu”, ma di questa se ne parlerà un’altra volta.

Articolo 71:    Lo Zann

Questo dovrebbe essere lo Zann originario

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