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Articolo 67: Il vino divino

   Il vino è una bevanda che si può definire divina perché in ogni epoca ha avuto una divinità protettrice. C’è un detto popolare che ricorda uno di questi Dei “Bacco, tabacco e Venere”.

   Bacco è famoso  anche perché è il titolo di un dipinto del Caravaggio conservato agli Uffizi di Firenze (opera conosciuta anche per l’autoritratto dell’autore riflesso nell’ampolla).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   Ma non c’è solo la divinità romana Bacco che ha attinenza col vino, c’è pure il greco Dionisio, l’etrusco Fufluns ed anche la divinità italica Liber Pater.

   Per parlare del vino bisogna essere esperti quindi è meglio lasciare l’argomento ad altri. Si può parlare invece liberamente delle vicende del vino e della vite.

   C’è un detto popolare che ricorda la potatura: “Fammi povera che io ti farò ricco, disse la vigna al potatore”. Tutti sanno cos’è la potatura ma nessuno si ricorda più chi la inventò.

   E’ una cosa da non credere ma fu proprio lui, il somaro. Si proprio lui, il caro amico asino. Il simpatico animale mangiando le cime delle viti fece capire all’agricoltore che vitigni corti avrebbero dato un maggiore e pregevole raccolto.

   Un’altra cosa strana relativa al vino è quella dei Persiani. Erodoto racconta che nel Consiglio di Stato tutte le questioni più importanti venivano discusse due volte, la prima bevendo vino allegramente, la seconda senza bevande alcoliche. Inaspettatamente tutte le decisioni corrette e più importanti furono prese in stato di ebbrezza.

   Chi avrebbe mai potuto immaginare che il vino cotto fosse citato da Carlo Magno nella sua opera letteraria “Capitulare de villis”. Eppure è così. Questo richiamo, tenuto conto che il vino cotto è un prodotto marchigiano, fa sorgere una domanda: “Aquisgrana stava in Germania o in Val di Chienti?”.

    Gli antichi Romani, grandi bevitori di vino, famosi per i loro simposi, ebbero seri problemi legati a questa bevanda. Per trasportare il vino loro usarono le giare e vietarono l’uso delle botti perché questi contenitori di legno erano stati usati dai Celti nelle loro battaglie (le botti venivano riempite di materiale infiammabile, incendiate e poi fatte rotolare verso il nemico). Diocleziano fu costretto ad emanare un editto che sanciva l’obbligo di estirpare metà dei vigneti perché il vino italico attirava le tribù celtiche.

   Una vicenda particolare è quella che riguarda i contenitori del vino. Le bottiglie hanno forme e colori diversi a seconda della qualità del vino. Le bottiglie più note in circolazione sono: la Renana per vini bianchi, la Bordolese per vini rossi, la Borgognona scura per i rossi e chiara per i bianchi  e la Sciampagnotta per lo champagne. Le bottiglie del vino che di solito contengono 0,75 litri hanno denominazioni specifiche anche  a seconda della loro capacità:  Mignonette 0,2 litri; Demi 0,375 l; Magnum 1,5 l; Jéroboan 3 l.

Anche i bicchieri hanno forme e nomi diversi, ma tutti sono adatti ad un augurale cin cin.

Bacco

del

Caravaggio

Galleria degli Uffizi

        Firenze

Il Dio etrusco Fufluns

Dionisio - Louvre

Bacco

Tabacco

e Venere

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