top of page

   Ci sono cose che non si possono dimenticare, restano depositate nella mente e ogni tanto saltano fuori per ricordare gli avvenimenti belli della vita.

   Una di queste sicuramente è il trenino della Valle del Tenna, quel locomotore a vapore, poi elettrificato, con due o tre vagoni,  che faceva la linea Amandola-Porto San Giorgio e che ha lasciato nel cuore della gente solo ricordi bellissimi.

   Realizzare questa linea ferroviaria non fu cosa facile, subito saltarono fuori i gelosi ascolani che volevano la linea nei loro territori, gli invidiosi di Tolentino che volevano una fermata del treno nella loro città e i nemici di Porto Sant’Elpidio che volevano la fermata finale nel loro Comune e non a Porto San Giorgio.

   Alla fine si decise per Porto San Giorgio – Amandola, con piccola deviazione per il centro di Fermo, e i costi vennero suddivisi in proporzione della distanza dalle stazioni (Amandola aveva la stazione e pagò 169.295 lire, Montefortino che era ad una distanza di km. 4,5 pagò 6.583 lire).

   La linea ferroviaria, nonostante tutto,  venne inaugurata nel 1908 e rimase in funzione una cinquantina d'anni, fino al 1956.

   Ma cosa aveva di speciale questo trenino? Per la gente di montagna tutto:

  • Il fatto stesso di vedere un treno era qualcosa di nuovo, di fantastico e di meraviglioso;

  • Molte persone, grazie a questo treno, hanno visto per la prima volta il mare;

  • Il viaggio che durava circa tre ore (una specie di transiberiana) era sempre un’avventura, in ogni stazione c’era sempre aria di festa, salivano e scendevano le persone, si caricavano e si scaricavano le merci (anche le più strane, le patate cavate dai campi, gli aratri, le carriole, gli attrezzi agricoli ed anche gli animali, pecore, capre, polli, conigli ed altro) e c’era sempre una vergara che offriva dolci, pizza a fiara  calda di forno, frittelli, castagnoli e ciambellone o un contadino che faceva assaggiare il vino cotto (Da non credere, tutte queste cibarie venivano donate gratuitamente, è proprio vero la gente di campagna è di buon cuore);

  • Guardare fuori dai finestrini, quando il treno era in corsa, era un’esperienza straordinaria.

   La velocità del treno era bassa (circa 25 km all’ora) ma nonostante questo ci furono diversi incidenti. Il più grave, le cui cause non furono mai chiarite, fu quello del 26 novembre 1930 a Fermo, ci furono 7 morti e undici feriti gravi. Questo incidente finì anche sulla copertina della rivista “La Domenica del Corriere”.

   L’incidente più strano, per fortuna senza danni alle persone, fu quello di Amandola nel quale l’autista, forse un po’ alticcio per il vino cotto, giunto alla stazione, non si accorse che la linea era finita e proseguì il percorso per altri 100 metri trascinando con la locomotiva tutto ciò che incontrava.

   Oggi, data la grande nostalgia per il fumoso mezzo, molte persone e qualche Ente stanno lavorando per ripristinare questo simpatico treno nella linea Porto San Giorgio-Amandola. Sarebbe anche un’opera meritoria: il famoso collegamento mare-monti da tanti agognato.

   Purtroppo questo resterà un sogno perché sarebbero troppi i problemi da risolvere, tra l’altro la maggior parte dei terreni demaniali e delle stazioni è stata venduta ed ora non sarebbe facile riappropriarsene.

   Consola il fatto che una elettromotrice della linea ferroviaria della Val di Tenna, la n. 29, è tuttora funzionante, a scopi turistici, nella ferrovia Genova-Casella. Un romantico trenino infiorato che non ha certamente dimenticato quella vallata per la quale era nato e dove correva felice dai monti verso il mare.

Articolo 65: Il treno della Val di Tenna

Elettromotrice n. 29

Stazione di Amandola

bottom of page