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Articolo 64:   Tre cosette musicali maceratesi

   Un simpatico ragazzo riccioluto nasce ad Ascoli Piceno nel 1969, si avvia alla musica giovanissimo e poi si iscrive a filosofia presso l’Università di Macerata. Nel 1993 è uno dei primi componenti dell’appena nato coro dell’Ateneo noto come “Coro del dipartimento di Filosofia e Scienze Umane”.       Nel 1998, conseguita la laurea con lode, da Macerata si trasferisce a Milano e in breve tempo diventa il genio musicale che oggi è tanto apprezzato.  I suoi concerti sono sempre eccezionali e i suoi Cd (13 dita, Composizioni, No concept, Joy, Evolution, Alien)  sempre richiestissimi.

   Quel ragazzo si chiamava e tuttora si chiama Giovanni Allevi.

 

   Tra il 1966 e il 1974 è “vissuto” a Macerata il complesso musicale chiamato “I Tristi” il cui leader era il tastierista Sergio Blasarin. Un giorno il gruppo andò a suonare ad Arcevia e durante il veglione, dietro cortese richiesta del gestore del locale, in un momento di pausa, fecero cantare un ragazzo che si presentò sul palco con un pezzo scritto da lui. Finita l’esibizione cominciarono i commenti e tutti furono poco positivi. Quel ragazzo venne ritenuto bruttino, magro e neanche tanto bravo. Anche in sala la sua prestazione piacque a pochi. Resosi conto che non era gradito lasciò  il palco frettolosamente.

Quel ragazzo si chiamava e tuttora si chiama Renato Zero.

 

   Il 15 settembre 1965, a Macerata, in un Teatro Lauro Rossi affollato fino all’inverosimile, uno sconosciuto gruppo emiliano vinse “Lo Sferisterio d’Oro”. Si trattava di un concorso nazionale diviso in due parti, una per i complessi e l’altra per le canzoni inedite. In verità la serata era sta organizzata per il giorno 4 allo Sferisterio (da cui il titolo del premio) ma il maltempo fece trasferire, per il 15, tutti a teatro. Nella prima sezione parteciparono anche i  maceratesi  “New Original Quintet”, “Luciana and Cosmos” di Modena, i “Giaguar Brother” di Pescara, i “Timidi” di Chieti, e i “Vampiri” di Bologna.

   Già ben preparati musicalmente i componenti del complesso vincitore si presentarono sul palco con i capelli alla Beatles, cosa rara allora per Macerata, e dal loggione partirono battute pesanti e sonori sberleffi. Eseguirono due pezzi: “Papà e Mammà” dell’Equipe 84 e “Donna la prima donna” che dopo un paio di mesi diventerà il loro primo disco.

   Quel complesso emiliano si chiamava e tuttora si chiama “I Nomadi”.

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