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Articolo 54 - Macerata

MACERATA: “Granne” e sorprendente.

 

Quando si parla di Macerata ci si associa sempre l’aggettivo dialettale  ”granne” (grande) sicuramente dovuto alle  grandi vicende vissute da questa città nel  passato.

Una di queste sicuramente è stata la costruzione dello Sferisterio, il bellissimo teatro che, come attesta la scritta tuttora esistente, nel 1824 “la generosità di cento consorti edificò ad ornamento della città a diletto pubblico”.

Macerata è una città molto religiosa e lo dimostra anche pubblicamente, nella piazza principale,  con l’immagine della Madonna affissa sulla facciata del fabbricato che ospita il Comune proprio al centro della scritta latina

“Civitas Mariae “

Nonostante questo sorprende la presenza, nella stessa facciata, di una  lapide dedicata a Giordano Bruno, il frate che la chiesa bruciò sul rogo, nel 1600,  a Campo di Fiori. Tutto ci si aspetterebbe in loco meno che una vera ammirazione da parte degli studenti e della cittadinanza  per il famoso personaggio.

La lapide recita così:

“LA CIECA IMMOBILITÀ DEL PAPAT0 CONTRO CUI RAGIONANDO INSORGESTI

O FRATE GIORDANO BRUNO TE ANCORA PAVENTA DOPO TRE SECOLI CHE TI BRUCIO’ SUL ROGO MA ITALIA DA TE ANTICO RISCOSSA ALLA NOVA LIBERTA’ DEL PENSIERO CENTUPLICA PER LE SUE TERRE IL DEGNO MONUMENTO CHE INDARNO CONTESO TI STARA’ IN CAMPO DEI FIORI”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non meno interessante è l’altra lapide dedicata a Napoleone Bonaparte, affissa nel corso principale di Macerata, che inizia con la conosciuta frase “fugati i pontefici”.

Le cose sorprendenti di questa Macerata “granne”  non finiscono qui:

  • Proprio all’interno della città c’ è una cosa che nessuno si aspetterebbe mai: un allevamento di oche. Si, proprio di oche, simpatici pennuti che attirano ogni giorno lo sguardo curioso dei passanti;

  • All’ingresso della città c’è un’esposizione di vecchi materiali che molti chiamano discarica a cielo aperto ma che nel pensiero del suo ideatore doveva essere, ed  in realtà è, un museo delle cose buttate (sci, giocattoli, attrezzi di lavoro, ecc.);

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • In una  zona chiamata Sasso d’Italia c’è una fontana  “d’’acqua vòna” dove ogni giorno decine e decine di persone fanno la fila per riempire le loro bottiglie, nonostante che l’acqua dei rubinetti domestici maceratesi sia potabile.

Macerata “granne”  è una città strana dove, anche per questo, si vive bene e dove, sorprendentemente, anche un anticlericale può trovare la sua felicità.

 

 

 

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