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Articolo 47 - Loro Piceno e il vino cotto

Quando si nomina Loro Piceno viene subito alla mente il vino cotto (in dialetto “lo vi’ cotto”) e questo perché il Comune e la Pro-Loco tutti gli anni organizzano la Sagra del Vino Cotto ed anche perché a questa bevanda, il paese, ha dedicato un museo.

Quando si arriva a Loro Piceno un segnale stradale avverte che questo è il paese del vino cotto ed è la verità perché in questo Comune ci sono molte aziende agricole, piccole e medie, che producono il vino cotto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 2004 è stata costituita “L’Associazione Produttori Viccotto “ al fine di produrre e vendere, a norma, questa bevanda. Con decreto ministeriale del 18 luglio 2000 il vino cotto è stato inserito nell'elenco nazionale dei prodotti tradizionali e ciò ha permesso di produrre e commercializzare legalmente questa bibita alcolica (prima non si poteva neanche utilizzare la dicitura “vino cotto”). Presidente dell’associazione è l’imprenditore agricolo Tiberi David che produce e vende il vino cotto (anche confezionato in caratteristici fiaschetti) con il marchio “occhio di gallo” perché la tradizione vuole che il vino cotto buono sia quello che ha il colore dell’occhio del gallo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma che cos’è questo vino cotto? Il vino cotto è un tipico prodotto enologico delle zone collinari delle province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, ottenuto utilizzando l'uva dei vitigni tipici locali quali il Maceratino, il Sangiovese, il Montepulciano e il Galloppa. Una volta pigiata l'uva il mosto ottenuto si mette in una caldaia di rame, con l'avvertenza tramandata dalla tradizione di porvi una verga di ferro affinché parte del rame del caldaio non passi in soluzione nel liquido. Nel caldaio così preparato il mosto viene bollito (cotto) a fuoco lento fino a quando l'acqua, evaporando, non porti il contenuto della caldaia ad una concentrazione pari a 28 gradi zuccherini. Il prodotto così ottenuto viene trasferito in botti di legno, pregiate come quelle di quercia, dove avverrà la fermentazione. I metodi di preparazione e di invecchiamento del vino sono profondamente radicati nella cultura agricola locale. Tutti sanno fare il vino cotto e tutti lo considerano una bevanda da utilizzare per le occasione speciali. Nei tempi passati alla nascita di un figlio maschio una botticella veniva riempita e conservata fino al matrimonio dello stesso. Anche la sposa si onorava di portare in dote una botticella di vino cotto. Le mamme da sempre utilizzano il vino cotto per massaggiare le articolazioni dei neonati al fine di irrobustirle per una perfetta funzionalità. Uno studio effettuato dall’università di Teramo, ha di recente provato che il vino cotto ha proprietà antiossidanti, combatte i radicali liberi e aiuta a prevenire le malattie tumorali e cardiovascolari. Il vino cotto viene oggi prevalentemente utilizzato nella preparazione di molti piatti e dolci tipici e, soprattutto, quale vino da dessert, generalmente offerto insieme ai dolci tradizionali quali ciambelline, biscotti secchi, pizza fichi e noci, ciambellone (in dialetto “ciammellottu”), etc.

A Loro Piceno, però, non c’è solo il vino cotto. In questa cittadina maceratese, il cui nome proviene da Castrum Lauri, ci sono altri tre musei, uno è il museo civico delle due guerre mondiali, presso il castello Brunforte, con uniformi, armi originali e ricostruzioni dell’epoca, uno è il museo della storia postale dei Monti Azzurri ed il terzo è il museo interattivo della tradizione locale. Inoltre ci sono tante altre cose da vedere, numerose chiese, il Palazzo comunale, la Porta Pia, il Castello, la torre civica panoramica, i vicoli stretti del centro storico, gli ampi panorami e tanto altro.

A Loro Piceno, dove la gente è sempre cordiale, si mangia, si beve e si soggiorna in maniera sempre soddisfacente. Provare per credere.

 

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