top of page

Articolo 46 - San Francesco d'Assisi, celtico anche lui?

Sembra proprio di si.

Era figlio del ricco mercante assisano di imponente statura Pietro Bernardone dei Moriconi dal nome tedesco di Bernhard ed aveva come madre la nobile figura di Monna Pica Bourlemont, di origine celto-gallica, il cui nome deriva da Picus: il famoso dio celtico delle primavere sacre.

Sua madre lo fece battezzare con il nome di Giovanni (dal nome dell'apostolo) ma il padre decise di cambiargli il nome in Francesco, insolito per quel tempo, in onore della Francia che aveva fatto, grazie ai commerci in tessuti con la Provenza, la sua fortuna.

San Francesco oggi viene presentato come malandato, debole, mingherlino e senza quelle forze sufficienti a rendergli possibile un lungo peregrinare ma il vero Francesco, che si spostava sempre a piedi, era diverso. L’affresco di Subiaco, che ritrae Francesco da vivo, mostra la sua origine gallica in particolare con l’alta statura, la presenza imponente, un viso a larghe mascelle tipo celto-tedesco, con occhi grandi chiari dilatati tipici della sua razza e con capelli e barba piuttosto rossicci. Ancora adesso ad Assisi c’è un detto popolare che dice “si va col cavallo si San Francesco” per intendere che “si va a piedi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era nato nel 1182 ad Assisi, dopo aver partecipato alla guerra tra la sua città natale e Perugia ed aver subito la prigionia a Bastia per più di anno , decise di mutare radicalmente lo stile di vita: rifiutò i beni materiali della famiglia e si dedicò alla predicazione. Francesco oltre ad essere celtico germanico di razza lo era anche nel comportamento.

La sua infatti era la tipica attività del druido. Predicava agli animali e partecipava ai riti religiosi sempre all’aperto: sotto le querce e nei boschi sacri, mai dentro le chiese.

La Chiesa ufficiale, sempre in disaccordo con Francesco, aveva creduto, sbagliando, di poter sopprimere i riti pagani con l’eliminazione dei boschi sacri e con il taglio delle querce mentre Francesco era convinto che si poteva diffondere la buona novella proprio all’interno dei riti antichi.

Fu questo il motivo del suo successo.

Fece così, nel 1214, alla Verna quando non solo parlò agli uccelli che si erano fermati per ascoltarlo ma li invitò, considerandoli capaci di intendere e di volere, ad amare il Signore, disobbedendo alle regole ufficiali della Chiesa che considerava gli animali esseri inferiori.

Lo stesso fece a Greccio organizzando una cerimonia druidica sotto la quercia, costruendo una capanna e facendo partecipare i contadini con i loro animali, in particolare il bue e l’asino citati dai vangeli apocrifi. Il bambinello non c’era ma oggi si ricorda l’avvenimento come la nascita del primo presepio.

Si recò anche a Poggio Bustone probabilmente perché vi era la presenza di un bosco sacro o forse perché, grazie alle sue doti sciamaniche, aveva previsto che lì sarebbe nato il famoso cantante Lucio Battisti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Francesco nella sua vita di strada ne fece tanta, e sempre col solito cavallo, alla faccia di coloro che oggi dicono che era deboluccio. Venne anche nella zona maceratese-picena. A Visso, nel Palazzetto della Pia Casa, in ricordo c’è un affresco di Tommaso da Bissone dove San Francesco è raffigurato insieme a S. Chiara sotto la Madonna della Quercia. A Sarnano la sua presenza risulta a San Liberato (è scritto nei “Fioretti”), località situata vicino alla frazione Cese (bosco celtico tagliato), vicino alle Grotte di Soffiano (sotto il tempio del Dio celtico Giano), poco lontano dal luogo di ritrovamento dell’Uovo di Sarnano (osservatorio astronomico celtico) e di due chiese che ricordano la Madonna della Quercia.

Addirittura anche a Cerreto d’Esi, nella chiesa della Venza, c’è un dipinto che ritrae S. Francesco sempre sotto la Madonna della Quercia. Oggi la storia di San Francesco è quella decritta nella “Legenda Maior” di Bonaventura da Bagnoreggio, che ha sostituito obbligatoriamente tutte le precedenti presenti nei conventi, ma una storia che si chiama leggenda fa sorgere molti sospetti.

Se non fossero state distrutte tutte le storie precedenti oggi di Francesco si saprebbe molto di più.

 

 

Frate Francesco

 

Affresco di Subiaco

Statua

di

Lucio Battisti

a

Poggio Bustone

bottom of page