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Articolo 32  :  San Ginesio - Il nobile guerriero celtico

San Ginesio nei cartelli stradali si autodefinisce, certamente anche a ragione, uno dei borghi più belli d’Italia dimenticando, però, di ammettere di esserne anche uno dei più sciagurati almeno per quanto riguarda l’archeologia. In una località di questo paese vi fu un ritrovamento di importanza eccezionale ed Comune invece di approfittare dell’evento ai fini di un accrescimento del turismo culturale ha mandato tutto nell’oblio come se nulla fosse accaduto. Oggi gli uffici del Comune non sanno nulla dei reperti, nulla del luogo degli scavi e nulla sull’epoca degli stessi. Per fortuna altrove è possibile ritrovare qualche notizia.

La storia è questa.

Una ricca tomba celtica fu rinvenuta nel 1883 a San Ginesio e anche in questo caso la scoperta e il recupero dei materiali furono piuttosto avventurosi. I primi due bronzi, recuperati casualmente, furono un’oinochoe (vaso simile alla brocca) con ansa figurata, la quale venne accuratamente distrutta per verificare che non contenesse un tesoro (che sciagurati questi ginesini!), e una situla (vaso metallico) decorata. Entrambe furono portate a Roma da un antiquario e poi vendute al Museo di Karlsruhe (Germania), dove ancora oggi si trovano.

L’ispettore della Soprintendenza ai beni archeologici così descrive la tomba: “Entro una grande fossa quadrata, di tre metri di lato, era uno scheletro umano incombusto, in posizione supina, coi piedi rivolti a mezzogiorno, il quale scheletro era contornato verso il capo e ai piedi da gruppi di vasi , da varie armi e da altri oggetti, e aveva il cranio cinto da un cerchio di filo d’argento”. La corona argentea che cingeva la testa del defunto purtroppo non si è conservata perché fu venduta ad un orefice e quindi fusa (ma questi ginesini erano proprio sciagurati!!). Le armi deposte nella tomba erano una spada, una lancia e un giavellotto di cui rimangono le cuspidi, a cui si deve aggiungere un elmo senone simile a quelli trovati a Montefortino di Arcevia. Tra i vasi bronzei recuperati alcuni sono veramente straordinari:

- l’oinochoe ha un ansa (manico) figurata formata da una piccola statua ignuda che punta i piedi sopra una palmetta, fiancheggiata da arieti coricati, e riposa con la testa fra le code di due leoni sdraiati;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                     Oinochoe e Situla                                                           Oinochoe_particolare

 

 

- la situla decorata a motivi vegetali presenta i due attacchi delle anse composti da due statuine rappresentanti Tritoni (versione maschile della sirena) che hanno le braccia alzate e tengono un pesce in ciascuna mano, le gambe dei Tritoni finiscono in serpenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                         

                                                                                                            Palmette celtiche

 

 Particolare situla ed elmo celtico

 

 

I simboli celtici rinvenuti in questa tomba (arieti, palmette e serpenti) sono sempre presenti nelle zone sibilline.

Del corredo tombale di San Ginesio facevano parte altri bronzi: tra l’altro, una kylix (coppa da vino), un calderone, un colino, e uno stamnos (contenitore tozzo di liquidi). Ad essi si devono aggiungere un fascio di spiedi e sette coltellacci. La ricchezza della tomba, datata alla prima metà del IV secolo a.C. (l’oinochoe però è molto più antica e si data al VI secolo a.C.) qualifica il defunto come un aristocratico guerriero, un principe accompagnato nel suo viaggio ultraterreno dagli oggetti che in vita avevano contraddistinto la sua ricchezza e il suo prestigio sociale.

 

 

IMPORTANTE:   

 

Di questa tomba ha scritto il conte Aristide Gentiloni Silverj, l'ideatore del Museo La Rancia di Tolentino.

Sono di sponibili due documenti PDF:

- Aristide Gentiloni Silverj;

- Di alcuni pregevoli bronzi antichi scoperti in una tomba del Comune di San Ginesio.

 

 

 

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