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Articolo 20 : Cecco d'Ascoli (seconda parte)

In internet, inserendo sul motore di ricerca Google le parole Cecco d’Ascoli e cliccando “cerca” appaiono 41.600 risultati, ripetendo l’operazione con il suo vero nome Francesco Stabili il risultato è 2.240.000. Qualche anno fa i risultati per le due ricerche sarebbero stati meno di 100. Ciò dimostra che tutti stanno rivalutando questo grande personaggio.

 

Francesco Petrarca fu il primo a capire che Cecco era un grande e lo affermò con la famosa frase “Tu sei il grande Ascolan che tutto il Mondo alluma”.
Poi ci pensarono gli emigranti ascolani d’America che vollero a tutti costi l’interessante e pregevole monumento oggi ammirabile ad Ascoli Piceno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Furono fantastici anche gli studenti di una scuola ascolana che stanchi di vedere il monumento inscatolato (la burocrazia non si decideva mai a fare l’inaugurazione) un bel giorno salarono le lezioni, si recarono nella piazza ove era la scultura e fecero un’inaugurazione ufficiosa, laica e scherzosa, veramente commovente. Grazie a loro oggi la scuola ascolana si chiama “Liceo Classico Francesco Stabili”.
Un plauso va anche al Dott. Pietro Maria Benfatti che negli anni passati vinse un concorso cinematografico, ottenne i fondi ministeriali e facendo anche il regista girò un bellissimo  film su Cecco d’Ascoli. Il  film, intitolato “Un gesto di coraggio”, grazie alla burocrazia, non è mai uscito nei cinema italiani e non è stato diffuso neanche a mezzo Dvd. In Germania, patria dell’attore principale Tobias Moretti, è uscito nelle sale cinematografiche con il titolo “Der Wille der Sterne” ed ora è in vendita su Dvd  (naturalmente con l’audio in tedesco e senza sottotitoli italiani!).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per ultimo, non bisogna dimenticare l’associazione culturale “La Cerqua Sacra” di Montefortino, una mia lontana parente, che ha tra i suoi obbiettivi proprio quello di rivalutare Cecco d’Ascoli.
L’Inquisizione, che nel 1327 condannò al rogo Cecco d’Ascoli e i suoi libri, si credeva che bruciando il corpo e le carte non si sarebbe più parlato di lui e delle sue opere: così non è stato.
Le fiamme hanno riscaldato il suo sapere e la sua personalità e a distanza di circa 700 anni il grande personaggio ascolano  è presente in tutto il Mondo insieme alle sue opere. Si può affermare, senza possibilità di smentita, che sia diventato immortale.
La leggenda che lo voleva sopravvissuto al rogo è diventata realtà.
Invece il prete che si permise di sfottere Cecco mentre andava al rogo e che fu dall’ascolano pietrificato è tuttora visibile a Firenze (Santa Maria Maggiore, lato via de’ Cerretani).
Delle sue opere ne riparleremo.
Per ora basta affermare ciò che Cecco disse a Dante: “Qui non se canta a modo de le rane”.

 
 
 

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