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Articolo 18 : Cecco d'Ascoli

Questo è il nome che io uso per sottoscrivere gli articoli su “leggende e tradizioni” del Blog del sito internet www.bar.it, l’ho scelto perché Cecco è stato ed tuttora un grande personaggio che necessita di una rivalutazione totale. C’è ancora, infatti, chi, per ignoranza, lo chiama “lu stregó” (lo stregone).

Si sa che il suo vero nome è Francesco Stabili, si sa dove è morto (sul rogo a Firenze nel 1327) ma non si sa con precisione ne quando e ne dove sia nato. Dovrebbe essere venuto al mondo nel 1269  e sul luogo di nascita non c’è certezza. Molti autori di libri che parlano di Lui affermano che è nato ad Ancarano in Provincia di Teramo ma altri sostengono che l’Ancarano in questione sia la frazione del Comune di Preci, vicino Norcia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anch’io ritengo che sia nato sui Monti Sibillini e per i seguenti motivi:

- Johann Wolfgang von Goethe, nella sua opera il “Faust” lo chiama “negromante di Norcia”;

- è sempre presente nelle zone sibilline (è accusato di aver disegnato i famosi cerchi del Lago di Pilato per     consacrare il libro del comando con il demonio, viene denunciato per “malefizi” dal Priore di San Leonardo di Montefortino e ad Ussita si rende colpevole della sparizione di una fontana miracolosa). Naturalmente tutte le accuse rivolte a Cecco d’Ascoli sono false: i famosi cerchi erano le orbite dei pianeti osservati nel cielo, i malefizi erano gli esperimenti di alchimia (l’odierna chimica) e la fontana di Ussita fu distrutta, insieme al tempio della Dea Cupra, per costruire il santuario di Macereto;

     - è nato su un prato in occasione di una festa popolare, probabilmente il Calendimaggio, la famosa festa celtica di        Beltaine, che ancora oggi si celebra ad Ancarano di Norcia;

     - L’Acerba, la sua opera più famosa (è presente in tutte le migliori biblioteche europee), è scritta in un linguaggio          che è molto simile al “dialetto sibillino” e non ha nulla a che vedere con l’abruzzese di Teramo.

Indipendentemente dalla data e dal luogo di nascita una cosa è certa: la denuncia del Priore di San Leonardo è del 1297 e ciò dimostra che Cecco in quella data, probabilmente in giovane età, si trovava sui Monti Sibillini (la pergamena originale è il più antico documento autentico che parla di Cecco d’Ascoli ed è conservata presso l’Archivio comunale di Amandola).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cecco era medico (aveva studiato nella rinomata scuola di Salerno), scrittore (ha scritto diverse opere in latino), poeta (L’Acerba è redatta in versi), studioso di astronomia (ha letto e commentato diversi scritti arabi), alchimista e professore (ha insegnato all’Università di Bologna e di Firenze).

“L’Acerba” si può dire che è un’enciclopedia e dimostra che Cecco aveva una conoscenza della realtà che nel XIII secolo era sconosciuta alla totalità della popolazione.

Purtroppo venne accusato di eresia, non ritrattò quello che aveva insegnato (famosa la sua frase pronunciata durante il processo “l’ho detto, l’ho scritto e lo confermo” ) e fu bruciato sul rogo.

Cecco d’Ascoli è un grande ....... ne riparleremo.

 

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