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Articolo 17 : Il Guerrin Meschino

Il Guerrin Meschino è un romanzo cavalleresco scritto da Andrea dei Mangabotti, detto “da Barberino” perché nasce in Barberino Valdelsa nel 1370. Andrea  è il fratello di  Francesco che fece parte, insieme a Dante, Cecco d’Ascoli ed altri, dell’associazione culturale fiorentina “I Fedeli d’Amore”.

La prima edizione dell’opera risale al 1473. Il romanzo, composto da 8 libri (il 5° è relativo alle leggende sibilline), narra le avventure di Guerrino, detto Meschino perché strappato ai suoi genitori in tenera età. Questo cavaliere dopo aver  girato tutto il Mondo per cercare, senza riuscirci, di ritrovare il padre e la madre, decide, dietro consiglio di un indovino, di andare dalla Sibilla Appenninica per ottenere la tanto agognata risposta. Giunge quindi a Norcia e da lì vuole a tutti i costi recarsi nella sua grotta, sita in cima ai monti, nonostante venga da tutti sconsigliato. Deciso e senza paura incomincia l’esplorazione, lungo il cammino incontra i romiti  che cercano invano di dissuaderlo; egli però dopo averli ascoltati prosegue l’avventuroso viaggio. Dopo molte peripezie arriva  alla grotta e viene accolto da bellissime fanciulle che lo portano al cospetto della Sibilla. Nel suo mondo magico Ella ascolta le ragioni della visita, poi inizia la sua opera di seduzione per indurlo al peccato e perdere l'anima. Il cavaliere resiste a tutte le tentazioni e insiste per farsi svelare le sue origini ma la profetessa gli fornisce solo risposte vaghe. Trascorso un anno con non poca difficoltà il Meschino ritrova l'uscita della grotta per ritornare al mondo reale. Preso dal rimorso di coscienza si reca a Roma dal Papa a chiedere perdono. Il Papa lo perdona e gli da ulteriori soldi per continuare le sue ricerche.

Molte edizioni del romanzo così raccontano le vicende del cavaliere. Altre, invece, in verità poche, fanno trapelare una diversa verità: Guerrino, in realtà è un guerriero crociato, che ebbe l’incarico di distruggere la comunità religiosa pagana sibillina che si opponeva all’avanzata del Cristianesimo. La sua missione fallì miseramente (la Sibilla addirittura lo scacciò chiamandolo “falso cristiano”), non fu perdonato dal Papa e per punizione fu mandato prima in Galizia, comunità celtica spagnola, e poi in Irlanda per imparare da San Patrizio i metodi per convertire le comunità pagane.

Circolano, purtroppo, molte edizioni del Guerrin Meschino che non sono per nulla fedeli all’originale, una addirittura ne stravolge completamente il contenuto: è quella pubblicata a Venezia nel 1785 con licenza dei superiori (censura clericale). Il questa edizione il termine Sibilla, sempre riferito ad una figura positiva di donna, viene sostituito, per oltre 50 volte, con termini dispregiativi tipo Alcina, Fata, Fatalcina, incantatrice, ammaliatrice, maliarda  ed altri, mai utilizzati dall’autore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                             

 

                                                                                                          Guerrin Meschino falsificato - Edizione 1785

 

 

Questo romanzo non finisce mai di stupire: ora il Prof. Mauro Cursietti di Roma, nella sua edizione, pubblicata nel 2007, sostiene che i luoghi descritti nell’opera sono dell’Italia meridionale, che la città di Norcia altro non è che l’antico nome di Lucera e che il Guerrino sui Monti Sibillini non ci è mai stato.

Non è possibile, è troppo, questo è un colpo al cuore!

Per ultimo ci si è messo anche un giornalista che in un suo recente articolo ha così titolato: “Le Winx nella grotta della fata Sibilla”, dimostrando di non essere al corrente che la Sibilla non è una fata. Speriamo che Iginio Straffi, il bravo ideatore delle fatine marchigiane, abbia le idee più chiare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                         La Sibilla non è una fata                                                         Guerrin Meschino non falsificato

 

 

Comunque ben vengano le Winx sui Monti Sibillini, in questo luogo magico e già fatato di suo si troveranno benissimo. Chissà se i loro piedini diventeranno caprini?

                                     “Belle come le Fate ma con le zampe come le capre”

 

 

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