Articolo 10 - Castelluccio: lassù dove volano i grifoni
Nel romanzo “Il Guerrin Meschino” scritto da Andrea da Barberino e pubblicato per la prima volta nel 1473 ad un certo punto l’autore afferma “lassù dove volano i grifoni” lasciando tutti i lettori con una domanda in testa: “lassù dove?”. Gironzolando per Castelluccio si trova la risposta perché sui muri delle case più antiche ci sono incisi i grifoni, strani volatili dal significato simbolico ambiguo. Chi li ha fatti e perché sono stati fatti nessuno lo sa però essi sono lì per ricordarci che nelle epoche passate “lassù volarono i grifoni”.
Castelluccio è una frazione di Norcia ma noi lo sentiamo nostro perché è la località più bella del Mondo. Non è un caso se qui scendevano le Fate a ballare, sul Vettore c’è una loro grotta proprio vicino a Forca di Presta.
Se ne sono accorti anche Syusy e Patrizio, i due simpatici turisti per caso, che nella loro rivista, “Turisti per caso” appunto (n. 5 – Maggio 2009), hanno dedicato un articolo a questo luogo ed alle sue preziosità. Noi ne approfittiamo per decantare ancora di più la fioritura, le scritte dialettali sui muri, il maneggio, il parapendio, l’Italia sibillina, la lenticchia e tutti gli altri prodotti locali.
La Fioritura: Nel periodo intercorrente tra la seconda quindicina di giugno e la prima di luglio c’è uno spettacolo da non perdere assolutamente: è uno spettacolo della natura senza pari, indescrivibile, in un ambiente davvero straordinario. La fioritura della lenticchia si può ammirare sul Piano Grande che prende il nome dall’estensione davvero ragguardevole di questo altopiano ad oltre 1400 metri di quota ai piedi del monte Vettore. Un tripudio di colori che, a seconda della maturazione della lenticchia, vanno dal giallo, al rosso, per finire ad un magnifico azzurro. Considerando che la semina non avviene nello stesso tempo sarà pertanto possibile vedere delle fasce di terreno gialle a fianco di altre rosse e a fianco di altre azzurre, il tutto con i ricami dei papaveri con il loro rosso intenso. Questo è il momento buono per andare a Castelluccio e per farlo bisogna ripassare i colori: il papavero è rosso, il fiordaliso celeste, le margherite bianche e gialle, le lenticchie ......... di che colore sono i fiori delle lenticchie? Vediamo un po’ chi è che lo sa.
C’è anche una festa della fioritura, la “Fiorita” e si svolge nella terza ed ultima domenica di giugno, in questa occasione ci sono anche i somari, quelli a quattro zampe, ed è possibile fare un giro sulla groppa o a fianco di questi simpatici ed utili animali
La lenticchia: Chiamata dagli abitanti di Castelluccio "Lénta", è il prodotto rappresentativo del paese per eccellenza. La lenticchia è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle leguminose. L'inconfondibile sapore, le dimensioni molto piccole, la resistenza ai parassiti e la coltivazione esclusivamente biologica, oggi ne fanno un prodotto ricercatissimo (ha ottenuto anche il marchio IGP indicazione geografica protetta). Viene seminata, non appena il manto nevoso è completamente disciolto. Verso la fine di Luglio primi di Agosto viene raccolta. Una volta questa operazione veniva svolta esclusivamente a mano, "la carpitura". Affluiva manodopera dai paesi limitrofi, per la maggior parte donne, "le carpirine", un lavoro faticoso e lungo. Ogni gruppo di carpirine era guidato da un suonatore di organetto (il famoso due bassi di legno) che con il suo strumento, sempre munito di palle, annunciava le varie fasi della lavorazione. L’annuncio più bello era quello di fine lavoro perché dopo ci si abbandonava alle danze e naturalmente “si piantava anche Maggio”.
Le scritte sui muri: All'inizio degli anni sessanta, in una mattina d'estate i primi che si alzarono per andare a lavoro ebbero la sorpresa di trovare delle scritte fatte con della calce bianca sui muri. Era difficile leggerle perché erano state scritte di fretta e con mezzi di fortuna. La novità dell'evento fece subito il giro del paese causando curiosità e stupore. Di li a poco tutti si recarono a leggere e a commentare le scritte. La loro interpretazione era difficile in quanto la chiave di traduzione esigeva la perfetta conoscenza dell'antefatto che le aveva originate e anche del dialetto. Esse si riferivano a screzi avvenuti pochi giorni prima tra due fidanzati. Per giorni e giorni si parlò solo delle scritte. Molti individuarono i soggetti della scritta e i genitori sentendosi offesi sporsero denuncia contro ignoti. Questo fatto fu preso come una sfida, dagli scrittori notturni, e le notti successive comparvero altre scritte.
La prima, comunque, fu questa:
CO LA PRIMA FESTEGGIATA C'E’ SCAPPATA LA MMAPPATA
MENTRE QUIJU NTEDESCAVA LU SPOSO NZEPPONAVA
A Castelluccio bisogna proprio andare, ci sono troppe cose belle, buone ed interessanti: oltre quelle descritte c’è il maneggio, la scuola di deltaplano, l’Italia sibillina, le grotte, i sentieri e le fontane delle fate, i prodotti della norcineria, il formaggio pecorino, l’ospitalità e molto altro.
Questa località è raggiungibile con la macchina e si può passare sia per il versante maceratese che per quello fermano-ascolano. Se per caso capita una giornata di nebbia non bisogna disperare perché Castelluccio con la nebbia sembra sospeso nel cielo: bisogna vedere per credere.
Questa escursione rimarrà impressa nella mente per sempre. Altro che i paradisi tropicali, il paradiso è qui ed è sibillino.
Una raccomandazione: vietato raccogliere e calpestare i fiori.










