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Articolo13 - L'Uovo di Sarnano

W.W.W.W.W. Nel caso di questo reperto archeologico, come dicono gli Inglesi, bisognerebbe porsi le domande del perfetto giornalista anglosassone: chi, come, dove, quando e perché? CHI lo ha fatto? COME lo hanno fatto (dove hanno preso il marmo, come lo hanno lavorato, come lo hanno levigato, ecc.)? DOVE è stato fatto (sulla montagna o in un altro luogo)? QUANDO (centinaia di anni fa o millenni di anni fa)? PERCHE’ (perché è stato fatto, a che cosa doveva servire)? Le domande per molto tempo sono rimaste senza risposta. Anche la scrittrice Joyce Lussu, soprannominata “Sibilla”, con il suo libricino “L’uovo di Sarnano”, tentò di dare una spiegazione sull’utilizzo del manufatto ipotizzando un uso agricolo dello stesso: la vaschetta sarebbe stata utilizzata per la sperimentazione delle sementi. Purtroppo la nostra cara amica Joyce si sbagliava. Una risposta alla 5 domande (who, what, where, when, why) è venuta dal Prof. Manlio Farinacci di Terni che nei suoi scritti, frutto di approfonditi studi, ha sostenuto che oggetti di tal genere sono, senza ombra di dubbio, osservatori astronomici celtici. Ce n’è uno simile anche nella provincia di Terni, precisamente in una località chiama Terria (Cosa veramente strana è che l’Uovo di Sarnano fu ritrovato in una località chiamata Terro).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                           L'Uovo di Sarnano                                             Osservatorio Astronomico Celtico di Terni

 

In pratica questo blocco di marmo a forma di uovo con una vaschetta nella parte superiore serviva ad osservare le stelle ed i pianeti. Nella vaschetta veniva messo un liquido riflettente (acqua, olio od altro) e poi delle persone (sicuramente i Druidi) poste intorno al cosiddetto uovo osservavano e ricopiavano la posizione delle stelle e le orbite dei pianeti. Il risultato di questo tipo di osservazioni è il famoso calendario celtico di Coligny, ora conservato al Museo di Parigi. Le stesse osservazioni, sui Sibillini nel 1287, le faceva il grande astronomo Cecco d’Ascoli utilizzando come superficie riflettente il Lago della Sibilla (oggi Lago di Pilato) o, forse, il reperto sarnanese. Una conferma a quanto sostenuto dal Prof. Farinacci è venuta dal ritrovamento nei mesi scorsi di un reperto simile in provincia di Grosseto, precisamente nella località Poggio Rota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                          Osservatorio Astronomico Celtico di Grosseto

 

Anche questo, senza ombra di dubbio, è un osservatorio astronomico celtico.

L’Uovo di Sarnano, alto oltre un metro e mezzo, ora si trova esposto, all’aperto, nella piazza alta del Paese, vicino l’ingresso della chiesa. La gente ignorante lo prende per posacenere e nella vaschetta ci spegne le cicche delle sigarette. La cultura ha sempre vita dura, l’ignoranza è più facile. 


 
IMPORTANTE: Ora nelle zone sibilline è stato ritrovato un reperto archeologico più piccolo ma del tutto simile all’Uovo di Sarnano. Quindi se l’Uovo di Sarnano è un osservatorio astronomico celtico questo, molto più piccolo, potrebbe essere un osservatorio astronomico celtico portatile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Dove si trova? Per il momento non si può dire perché c’è il rischio di furto.


 

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