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Le due denominazioni sono demoniache ma ambedue le località, che si trovano nel Comune di Montefortino, sono paradisiache.

L’infernaccio, oramai lo sanno tutti, è il luogo dove ci sono le pisciarelle, una specie di doccia naturale, ed il famoso appezzamento di terreno chiamato in dialetto “Valleria” dove le Fate sibilline scendevano a ballare il saltarello. Da qui, proprio dove sono le pisciarelle, parte il percorso che fiancheggiando un fiumiciattolo porta a S. Leonardo in Golubrio, dall’eremita padre Pietro, alla cascatella e, per chi ha voglia di camminare molto, fino alle sorgenti del fiume Tenna (Capotenna) ed anche oltre. Con circa un’ora di cammino si arriva alla chiesa che l’eremita sta costruendo (oramai è quasi finita) e alla fontana pubblica che ha un’acqua freschissima. Il caro amico padre Pietro ha detto che la ditta costruttrice è composta da due persone: Dio il progettista e lui il manovale.
Il Priore di San Leonardo nel 1287 denunciò, ingiustamente, il grande astronomo Cecco d’Ascoli per malefizi. Per questa denuncia non ci è stato nessun processo e ciò dimostra che le accuse erano infondate. L’Associazione Culturale “La Cerqua Sacra” di Montefortino per quanto sopra ha richiesto al Comune di Montefortino ed al Parco Nazionale dei Monti Sibillini di dedicare questo percorso a Cecco d’Ascoli denominandolo “sentiero dei pianeti”. Lungo il tragitto si potrebbero mettere i pianeti in scala e proporzionati alla distanza (il Sole potrebbe essere San Leonardo).
Nelle epoche passate la strada di San Leonardo era molto frequentata e sicuramente è stata utilizzata dai Celti UMRU per passare nel versante piceno. Queste tribù celtiche hanno dato il nome all’Umbria ed anche all’Ambro (Ambro, che in passato era un grande mercato, infatti proviene dalla radice celtica “ambr” che significa corso d’acqua).

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                         Pisciarelle                                                                      San Leonardo in Golubrio


L’infernaccetto, invece, è il luogo che si trova dietro il santuario della Madonna dell’Ambro. Il percorso, poco impegnativo, parte dalle cascatelle, prosegue lungo il fiume (il corso d’acqua in certi punti si nasconde sotto terra) ed arriva in un punto dove, per proseguire, bisogna affrontare una prova molto impegnativa che è riservata solo ai veri esperti della montagna (i dilettanti per arrivare alle sorgenti dell’Ambro o sopra i monti possono utilizzare percorsi alternativi, più lunghi ma meno impegnativi.
Per i più coraggiosi ed esperti della montagna la prova, molto impegnativa e rischiosa, è questa: bisogna andare avanti, dato che qui le pareti rocciose delle due montagne a livello del terreno si toccano per poi allargarsi a V verso l’alto, appoggiando il piede e la mano destri sulla parete di una montagna ed il piede e la mano sinistri sull’altra con il rischio, in ogni momento, di cadere dentro il fiancheggiato fatto a V e rimanere incastrati.
Queste due escursioni lasceranno ricordi indelebili nelle menti di tutti perché, nonostante le definizioni, qui si tratta del “Paradiso Sibillino” che non ha nulla da invidiare ai paradisi tropicali.
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                     Cascatelle dell'Ambro                                                                                Pastorelli


Coloro che al termine della performance si vogliono rilassare lo possono fare alla piscina del Villaggio Turistico “Col Martese” (qui c’era Marte quindi il posto è divino e anche di vino).
Una raccomandazione: Coloro che non sono veramente esperti devono astenersi dall’affrontare la prova dell’Infernaccetto, tanto agli amici del Bar si può sempre raccontare di averla fatta.

Articolo 12 - INFERNACCIO E INFERNACCETTO

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